Boscoreale

Altro ameno territorio è quello tra Pompei e il Vesuvio dove, alle sue falde si trovano i comuni di Boscotrecase e Boscoreale.

Villa Regina

Scoperto nel 1977, il complesso, situato nel Comune di Boscoreale, è una fattoria di piccole dimensioni costruita in età sillana (I secolo a.C.), incentrata su una cella vinaria ospitante 18 dolia interrati per la conservazione del mosto ricavato dall’uva prodotta nel vigneto che circondava la villa e della quale è stato possibile ricostruire l’impianto. La fattoria era infatti dotata di un apposito ambiente per la torchiatura dei grappoli, oltre che di locali adibiti alle attività domestiche, a stalla e deposito.

Della pars urbana l’unico ambiente signorile era il triclinio ornato da pitture di III stile, mentre altre stanze di alloggio erano poste al piano superiore accessibile mediante una scala.

All’epoca dell’eruzione la fattoria doveva essere utilizzata solo durante le lavorazioni agricole, e presenta molte stanze in attesa di essere ripristinate dopo il terremoto del 62 d.C.

Tra gli oggetti ivi rinvenuti si segnalano una piccola erma del dio Bacco, proveniente dal larario del portico, numeroso vasellame da mensa e da cucina, attrezzi agricoli ed alcune lucerne, tra cui una databile al III-IV secolo d.C. che dimostra la frequentazione del sito in epoca posteriore all’eruzione del 79 d.C..

Antiquarium

L’Antiquarium, istituito nel 1991 ed ospitato in un edificio costruito su un terreno donato dal Comune di Boscoreale, nelle adiacenze dell’area archeologica di Villa Regina, illustra, con l’ausilio di strumenti didattici, la vita e l’ambiente dell’epoca romana nell’agro Vesuviano particolarmente favorevole all’insediamento ed allo sfruttamento umano.

Vi sono esposti numerosi reperti di ogni genere, rinvenuti spesso in eccezionale stato di conservazione sotto la coltre di cenere e lava vesuviana durante gli scavi effettuati, tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento, in alcune delle case di Pompei e nelle ville rustiche e signorili attestate in questa zona, i quali permettono di acquisire dati notevolmente precisi sul tenore di vita, sulle condizioni economiche, sugli usi e costumi degli abitanti di questo territorio in età romana.

Nelle sale espositive sono illustrati, opportunamente contestualizzati nell’ambiente naturale dei luoghi, reperti che documentano lo sfruttamento del mare e del suo immediato entroterra, le colture della fascia collinare, le attività economiche legate all’agricoltura ed all’allevamento, all’artigianato in particolare tessile, nonché alcune pratiche connesse alla religione, alla vita quotidiana come la medicina e la cosmesi documentate in epoca romana.

Museo del Parco Nazionale del Vesuvio

Nel Centro Culturale di Villa Regina è stato istituito il Museo del Parco Nazionale del Vesuvio dedicato al vulcano, alla sua storia e al territorio circostante.

Il Museo si trova all’interno di un complesso di edifici fra cui spicca il Centro Multimediale dove una serie di pannelli e installazioni raccontano la storia del Vesuvio e lo stile di vita degli abitanti dell’area vesuviana prima del 79 d.C. e l’Auditorium capace di ospitare 324 spettatori.

All’interno del Museo, invece, è stata allestita un’esposizione che mostra la storia del Vesuvio, l’evoluzione geologica del Somma-Vesuvio e lo sviluppo della vita, flora e fauna nell’area intorno al vulcano.

Il museo è ripartito in 5 sale con aree esterne.

Le sale trattano:

  • L’evoluzione del vulcano,attraverso un plastico in grande formato, con focus sui processi eruttivi e sulla formazione delle rocce che hanno portato all’attuale conformazione del Vesuvio e del parco;
  • La formazione e i cambiamenti che il suolo vesuvianoha subito nel corso del tempo;
  • La composizione del suolo vesuviano, le sue proprietà, i suoi mutamenti e le specie animali e vegetali che vivono nell’area del Vesuvio. Quest’ultime
  • sono anche riprodotte nelle aiuole presenti nelle aree esterne del Museo;
  • L’interazione nel corso dei secoli fra l’uomo e il Vesuvio, l’uso che il primo ha fatto del territorio e le pratiche scorrette adottate con analisi degli effetti delle stesse sull’ambiente e la popolazione.

Palazzo D’Amaro – Boscotrecase

Il Palazzo d’Amaro, appartenuto alla famiglia omonima, è un palazzo del 600 di Boscotrecase. Costruito lungo una strada principale e facilmente raggiungibile, è sito in un luogo ameno da cui si può godere della vista del mare e del Vesuvio.

Il palazzo risale al Seicento, tuttavia la facciata avrebbe assunto le attuali condizioni nel Settecento, infatti presenta tutti i caratteri dell’architettura neoclassica. I balconi, il portale, e i davanzali, interamente in pietra lavica, si alternano a slan-ciate colonne in stile ionico. A coronare la facciata è un elegante struttura archi-tettonica formata da un oculo, circondato da quattro pinnacoli sferici, con all’in-terno un mezzobusto di San Gennaro benedicente. Il cortile interno è pavimentato con i tradizionali lastroni in pietra lavica. Sul soffitto a botte del vestibolo d’in-gresso sono presenti alcune cornici in muratura dove probabilmente erano affre-scati gli stemmi della famiglia. In fondo al cortile parallelamente al portone d’in-gresso v’è una gradinata che permette l’accesso al vasto giardino il cui portale è formato da due massicci pilastri coronati da vasi reali, di forma sferica, in terra-cotta.

Gli interni presentano numerose stanze, comunicanti attraverso eleganti porte di legno intarsiato. Quasi tutte le camere si presentano a cupola, affrescate con motivi naturalistici e interamente pavimentate con la classica e tipica riggiola napoletana.

Tenuta Sorrentino

Alle falde del Vesuvio, nel comune di Boscotrecase, nasce 300 anni fa la Cantina “Tenuta Sorrentino”, oggi anche Dimora d’accoglienza dove per cinque generazioni si sono rispettate le tecniche lavorative tradizionali in campo agricolo e vinicolo. Le caratteristiche del terreno, determinate dalle eruzioni vesuviane e quindi uniche, hanno favorito la viticoltura con la produzione del leggendario Lacryma Christi:

Si narra che un pezzo di Paradiso precipitò nel golfo di Napoli quando Lucifero ne fu scacciato. Cristo addolorato per la perdita di colui che era stato l’angelo più buono, pianse. Là dove caddero le sue lacrime, nacquero delle viti il cui vino si chiamò appunto, Lacryma Christi“.

Qui, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, si estendono i 35 ettari di vigneti della Tenuta Sorrentino e che rappresentano un’arena dove l’esperienza dei nostri avi e le moderne tecnologie trovano il giusto connubio.

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